...perchè a star con i bimbi si ritorna ad essere bambini










sabato 11 giugno 2011

Progetto Intercultura

Sunet

Il Sunet è una festa tradizionale Macedone e della religione Musulmana. Si festeggiano i bambini maschi, in occasione della circoncisione.
In genere avviene in estate( quando molti bimbi emigrati ritornano in Macedonia per le vacanze estive) e prima di diventare maggiorenni. Metaforicamente segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Il bambino viene festeggiato da tutta la comunità. Sul capo ha una “shamila”, un copricapo su cui vengono esposti i soldi che il bambino riceve per la sua festa. Poi viene fatto salire su un cavallo. Il bimbo sfila per le vie del paese accompagnato dai suoi zii e da un corteo di soli uomini. Tamburi e fiati, risuonano per le strade del paese. Durante questa festa si verificano diversi riti; si fanno le abluzioni (ci si lava, in segno di purificazione) e si sacrifica un toro.
Questa festa può durare anche diversi giorni. A sera si balla tutti insieme l’ “oro”,un ballo tradizionale che si fa in cerchio, prendendosi per mano. Ci sono anche degli uomini che si travestono da mostri per giocare con i bambini e con le loro paure.












Makedonsko Devojce [Macedonia] song lyrics









Makedonsko devojce,
Kitka sarena,
Vo gradina nabrana,
Dar podarena.
Chorus:
Dali ima novoj beli svet,
Poubavo devojce od makedonce?
Nema nema neke se rodi,
Poubavo devojce od makedonce!
Nema dzvezdi po-licni,
Od tvoj'te oci,
Da se noke na nebo,
Den ke razdeni.
Chorus:
Koga kosi razpletis,
Kako koprina,
Licna si i policna,
Od samovila.
Chorus:
Koga pesna zapee,
Slavej nadpee,
Koga ora zaigra,
Srce razigra.
Chorus:
Translation
Macedonian girl,
Many-colored bouquet,
Gathered in the garden,
Given as a gift.
Is there in this wide world,
More beautiful girl than Macedonian?
There isn't, there isn't, there won't be born,
More beautiful girl than Macedonian!
There are no stars more beautiful,
Than your eyes,
They light up the night sky,
As if it was dawn.
When you undo your hair,
Like silk,
You are lovely,
Lovelier than a fairy.
When you sing a song,
You outsing the nightingale,
When you start to dance,
Your heart dances.
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Intercultura e rispetto Ambientale





Venerdi 17 marzo noi della terza elementare di Introdacqua siamo andati ad Anversa per partecipare alla premiazione del Concorso “Una Fiaba sotto il mogio”. Bisognava presentare una fiaba sul tema del rispetto ambientale. La nostra classe ha scritto una fiaba sull’elemento acqua dal titolo I bambini di Zirodracqua. Il nome del paese è stato creato mettendo insieme alcune parti dei nomi dei paesi da cui proveniamo e in cui risiediamo.
Žirovnica il paese macedone, Drãguşeni, il paese rumeno e Introdacqua, il paese in cui viviamo.
La favola parla di un paese immaginario, bellissimo in cui i suoi piccoli abitanti, provenienti da tante parti del mondo, la salvano dall’incuria e insensibilità degli uomini, i “grandi”. In questa storia abbiamo voluto parlare sia di inquinamento ma anche di diversità, punto di partenza per creare un mondo diverso e più bello. Forse è per questo che la favola è piaciuta tanto, aggiudicandosi il primo premio nella sezione 1°, 2° e 3°elementare. La nostra felicità è stata enorme e il ricordo di questa giornata resterà sempre con noi.





I Bambini di Zirodracqua[1]

C’era una volta una bambina che si chiamava Linda. Abitava in un paese bellissimo .
Molta gente era giunta lì da diverse parti del mondo perché era un posto speciale, uno dei pochi paradisi incontaminati, ancora rimasti al mondo.
Anche Linda era una bambina speciale, perché amava così tanto gli animali che riusciva a comunicare con loro. Amava vivere all’aperto , a contatto con la natura e spesso si recava nel bosco, in riva al fiume dove i suoi amici animali l’attendevano e dove lei trascorreva la maggior parte del suo tempo libero.
Un giorno d’estate mentre si stava rinfrescando nel fiume, bevendo un po’ di quell’acqua fresca e pulita, sentì prima un rumore provenire dal fiume e in seguito notò una macchia nera che si dirigeva verso di lei, diventando sempre più grande. Questa macchia portava con se anche bottiglie di plastica, gomme d’auto, lattine, rifiuti di ogni genere. La bambina capì subito che quella macchia avrebbe ucciso i suoi amici pesci, così li aiutò a mettersi in salvo. Ma , man mano che portava i pesci in una pozza d’acqua pulita, capiva anche che da sola non ce l’avrebbe fatta.
Di li a poco arrivarono i suoi amici bambini che, non vedendola arrivare in piazza per la solita ora, si recarono nel bosco per cercarla. La trovarono tutta sporca di una sostanza densa, puzzolente e appiccicosa, mentre cercava di mettere in salvo i suoi amici pesciolini. Allora tutti i bimbi insieme a Linda cercarono di arrestare questa macchia che ormai stava straripando dal fiume e iniziando a sommergere anche il bosco e i suoi abitanti. I bambini iniziarono a mettere in salvo gli animali ma la macchia avanzava e rischiava di sommergere gli stessi bambini.
I genitori di tutti quei bimbi, notando la loro assenza nel paese, iniziarono a cercarli, e si recarono anche loro nel bosco. Arrivati sul luogo, videro davanti a loro uno spettacolo spaventoso. L’intera comunità assisteva impotente alla distruzione di quell’ultimo pezzo di terra puro. Quella comunità che tanto aveva aspirato a quel posto non era riuscita a salvare questo ultimo pezzo di terra puro…Erano questi i pensieri che passavano nella mente di quegli adulti.
Ma all’improvviso avvenne qualcosa di sorprendente, di magico. Tutto si fermò la macchia e gli adulti si fermarono, il vento smise di soffiare, il fiume si fermò, tutta la terra si fermò e tutti gli uomini della terra. Tutto pareva incantato. Restavano in movimento e vivi, i bambini, sporchi di quella macchia ricevuta da altri, dai “grandi”.
Restavano attivi e risuonavano per tutto il bosco, i pensieri degli adulti che si erano trasformati in voci, in un coro assordante che ripeteva…”questa era l’unica terra che avevamo, l’avremmo dovuta salvare!”
I bambini sorpresi da quello che stava accadendo, sentirono che anche dentro di loro avveniva qualcosa di straordinario. Una grande energia li spinse in un’ affannosa ricerca dell’ultimo elemento incontaminato della terra. Riunirono sotto ad un ultimo grande faggio incontaminato un’ultima mela, un’ultima foglia, un’ultima piuma, un’ultima goccia d’acqua, un ultimo fiore, un ultima zolla di terra e un ultima farfalla. Mescolarono questi ingredienti di un mondo che un tempo fu pulito e pronunciarono una formula magica : cistèine, cistèine, mudereśte Terrà!
[2]
Dissero poi alla farfalla di cospargere la terra di questa polvere magica. La farfalla volò più in alto che poté e iniziò a cospargere la terra di questa polvere magica. Così che, tra il brusio dei pensieri degli adulti, quel luogo come per incanto tornò a rivivere e ad essere nuovamente pulito e a poco a poco tutta la terra fu ripulita da questa magia.
Anche gli adulti si risvegliarono e quei minuti in cui loro rimasero incantati, servirono a cancellare le loro macchie, a dimenticare le cattive azioni che avevano commesso in anni e anni di inquinamento sconsiderato, a ricordare e avere sempre in mente che l’unica Terra che avevano era quella e la dovevano amare.
Quel posto fu ribattezzato Zirodracqua e in questo nome vi si potevano trovare i nomi delle tante provenienze di quei piccoli abitanti.
Fu Così che la terra fu salvata dai bambini di Zirodracqua.


[1] Il nome del paese è stato creato mettendo insieme alcune parti dei nomi dei paesi da cui provengono e risiedono i bambini.
Zirovniza è il paese macedone da cui proviene la maggior parte dei bambini
Draguseni, il paese rumeno da cui provengono altri tre bambini
Introdacqua, il paese in cui vivono tutti
[2] La formula magica è stata inventata mettendo tre parole di diversa origine linguistica: Macedone, Rumeno e Italiano;incontro tra le provenienze di questi bambini e il paese in cui vivono.
Il significato della formula magica è: Pulire, pulire, sporca Terra!
Cistèine in macedone significa pulire
Mudereśte in rumeno significa sporco





















domenica 16 agosto 2009

Munari e i suoi Laboratori











Manipolazione guidata

Munari dice:"mettere le mani su blocchi di argilla plasmabile, manipolarla, sporcarsi le mani, fare, schiacciare, arrotolare, rifare, appiccicare pezzi tra loro, staccare, fare la sfoglia, distruggere, fare tante palline, impastare tutto fare un altra cosa, che cosa?.Quello che vuoi."
Alla luce del pensiero sopra citato nacque la mia l'idea di far capire ai bambini cos'è la creta attraverso un percorso didattico che esprime e che fa esprimere una gestualità primitiva,ancestrale, legata a gesti lontani,ad azioni primordiali: il gesto intelligente inteso come la ricerca attiva di un sempre miglior adattamento tra le intenzioni dell'azione e le esigenze della realtà sulla quale si esplica".Azioni, gesti dunque che permettono di meglio capire le capacità e qualità del materiale con cui si lavora ma anche come crescita cognitiva ed intellettiva.Creta come materiale trasformabile, creta come superficie che da immagini.

PERCORSO DIDATTICO : conoscenza del materiale,gioco d'imitazione, gioco delle quantità, gioco delle palle, gioco dei segni,gioco dentro e fuori, riflessione.












Colori e trasparenze in forma di libro.

Facciamo un bellissimo libro insieme: in piena libertà, ma nel rispetto della regola del “come si fa”. Le pagine si possono strappare, spiegazzare, bucare, sfrangiare… Si possono costruire libri piccolissimi e grandissimi, leggeri e pesanti, lisci e ruvidi: tutti senza parole. Ma un libro senza testo è ancora un libro? Sì, perché comunica attraverso i sensi. E’ un’idea di Bruno Munari. L’artista ha chiamato Libri Illeggibili i suoi libri-oggetto, perché non hanno parole, ma raccontano una storia che si può “leggere” seguendo il filo del discorso visivo e tattile. Anche noi possiamo fare dei libri “illeggibili”. Cominciamo con il cercare tutte le carte possibili, lisce, granulose, leggere, colorate, trasparenti… Si scopre che la carta già da sola può comunicare: carta trasparente comunica trasparenza, carta ruvida comunica ruvidità. La carta da lucido evoca la nebbia: sfogliare quelle pagine è come passeggiare per le vie di Milano in una sera d’inverno. Proviamo allora a costruire libri colorati, bucati e tagliati; libri a massimo contrasto; libri leggeri e trasparenti; e libri da tessere.Titoli: Il libro dei colori - Il libro del giorno e della notte; Un libro per volare - Un libro tessuto


Disegnare la natura per capire la natura.

“Anche questo è un modo per capire la natura; osservare le forme durante la loro trasformazione, seguirne i cicli evolutivi . Dalla nascita fino all’ultimo frutto la pianta ci dà tutta una serie di informazioni sul perché di certe forme e di certe disposizioni . E’ interessantissimo osservare la nervatura delle foglie, la disposizione dei canali principali e di quelli minori, individuarne le due reti. Seguire le forme delle pigne da appena spuntate fino a quando si aprono. Veder crescere una qualunque pianta annotarne le forme progressive. C’è un modo di “copiare la natura” e c’è un modo di capire la natura. Copiare la natura può essere una forma di abilità naturale e può anche non aiutare a capire e può anche non aiutare a capire per il solo fatto che ci mostra le cose come normalmente si vedono. Studiare le strutture naturali, osservare l’evoluzione delle forme può invece dare a tutti la possibilità di capire sempre di più il mondo in cui viviamo” (Bruno Munari, Arte come mestiere, Universale Laterza).Titoli: Tra la regola e il caso: disegnare un albero - Le texture naturali, Il prato non è una moquette, ma un mondo da scoprire - Le collezioni: una strategia per conoscere il mondo


Cos’è? Com’è? Cosa ci posso fare?

La carta può avere molti aspetti tattili a seconda di come è trattata… La carta è la pelle di una superficie variabile” Bruno Munari Quali sono le qualità di un pezzetto di carta, di velina, di cartone ondulato? E cosa posso fare con un pezzetto di carta? Munari stimola la nostra attenzione plurisensoriale anche verso i materiali più semplici; abituandoci a non considerare le carte come semplici supporti, ma educandoci ad esplorarne le attitutudini. Quante azioni sono possibili? Quali risultati determinano le nostre azioni? Come si trasforma il materiale? Come diventa un pezzetto di carta così “trattato”? E’ come prima o qualcosa di diverso? Ecco un esempio di domande che possono essere particolarmente interessanti per stimolare, in un bambino, un’azione ed un pensiero capace di non dare quasi nulla per scontato Titolo: Tavole tattili, Tessiture, Sculture, Dalla bi alla tridimensione


Segni e scritture in forma di libro.

La scrittura non solo è uno strumento prezioso di cultura e di conoscenza del mondo, ma è anche fonte di piacere: è bella da vedere, perfino quando incomprensibile. Bruno Munari gioca con la scrittura, come la intendeva il poeta tedesco Novalis per cui “giocare vuol dire fare esperimenti con il caso”. L’artista inventa una scrittura, anzi pensa a un popolo di cui non conociamo l’esistenza, ma di cui ci è pervenuta la scrittura… ed ecco le Scritture illeggibili di popoli sconosciuti. Anche i bambini amano inventare alfabeti segreti: nel laboratorio potranno creare nuovi segni e scritture misteriose a partire dalla sperimentazione degli strumenti e dalla scoperta della regola del gioco. Un’occasione per scoprire l’esistenza e la varietà delle numerose scritture nel mondo e avvicinarsi curiosi e consapevoli all’opera di Munari. E poi si andrà a caccia di lettere per realizzare nuovi alfabetieri; si potranno animare le lettere dell’alfabeto, donando loro lo splendore degli antichi capilettera; oppure comporre immagini “disegnando” con le parole.Titoli: Inventiamo nuovi alfabeti - Scritture illeggibili; A caccia di A - Il gioco di Alfa e Beta


Cinque, sei, sette, sensi.

Nei libri di scienze ne vengono elencati solo cinque. Il futurista Filippo Tommaso Marinetti parla di sensi nuovi non ancora precisati come il senso delle spalle quando si percepisce la distanza o la vicinanza delle persone senza ricorrere alla vista. Rudolph Steiner ne individua dodici; Rodari nomina il senso del libro... E il sesto senso: chi lo ha mai sperimentato?Laboratori per ampliare la conoscenza multisensoriale e intersensoriale, per conoscere e ri-conoscere i materiali e le azioni possibili su di essi,per diventare consapevoli di come gli occhi collaborano con tutti gli altri sensi. Ogni esperienza di laboratorio è multisensoriale: per riconoscere la morbidezza nelle pieghe dei tessuti, la levigatezza e la ruvidità delle foglie, i volumi e le resistenze delle materie.


Texture:invenzione o scoperta

?Bruno Munari afferma che “ognuno vede ciò che sa” e ci accompagna a scoprire e inventare le superfici delle cose. Nei laboratori dedicati alla tecnica del frottage si reinventano le superfici che sono infinite: si riproducono, si ricalcano, si dipingono e si imitano. Si gioca con le tracce dei propri gesti. Conoscere le immagini che ci circondano vuol dire allargare le possibilità di contatti con la realtà; vuol dire vedere di più e capire di più.



La forma e i formati.

Si tratta di un percorso di sensibilizzazione verso il riconoscimento e la percezione della forma e delle sue possibilità per scoprire, insieme ai bambini - come diceva Munari - se vi è un rapporto tra il disegno ed il formato che lo contiene. Le esperienze proposte contempleranno laboratori classici accanto a nuove sperimentazioni; sviluppando un itinerario tra la bi e la tridimensione che consentirà ai bambini di provare modalità di organizzazione delle forme nello spazio; di intuire immagini e dettagli in forme insolite, fino a scoprire che anche il buco... è una forma. L’azione consente, inoltre, di “muovere” il bambino da precoci stereotipie, da disegni sempre un po’ tutti uguali, permettendogli di accostarsi all’insolito, al meno usale, fornendo uno stimolo per elaborare punti di vista sempre diversi
Temi: Il gioco dei formati diversi - Il buchi hanno una forma?La forma emergente - Forme nello spazio sperimentazioni di variazioni su forme date
Per texture s'intende una superficie decorata con un segno che si ripete all'infinito in modo uniforme come la pioggia, la sabbia che forma la spiaggia, l'erba che forma il prato, etc, etc, l'esperimento servirà a conoscere quanti tipi di texture ci possono essere, sempre restando nel principio di ideare delle superfici assolutamente uniformi ma molto variate le une dalle altre...Premendo un oggetto sulla superficie della creta stando fermi si forma un segno chiamato impronta. Tante impronte tutte uguali formano una texture. La texture per impronta è statica.Premendo e trascinando un oggetto sulla superficie della creta si forma un segno chiamato traccia.Tante tracce tutte uguali formano una texture. La texture per traccia è dinamica.PERCORSO DIDATTICO: conoscenza di come crearsi una piastrella, progettazione dei segni, realizzazione di texture.

mercoledì 5 agosto 2009

PROGETTO CAPOEIRA A SCUOLA



Che cos’è la Capoeira

•Tipica espressione del Brasile, la capoeira rappresenta uno degli elementi più ricchi e particolari della cultura di questo paese.Comparsa durante il periodo della schiavitù, la capoeira è nata dalla volontà degli schiavi di ribellarsi alla loro condizione, trasformandosi nel tempo in una disciplina a metà tra lotta e danza.
•Chi ha la fortuna di assistere ad una “roda”di capoeira capisce immediatamente che si tratta di uno spettacolo suggestivo ricco di acrobazie e ritmo.
•Non c’è capoeira senza musica e senza ritmo, elementi fondamentali, non soltanto per l’aspetto spettacolare,ma anche per la concentrazione e l’energia che riescono a suscitare sia nei partecipanti al gioco che negli spettacoli della roda.
•Il “ballo” dei capoeristi, quindi, è sempre accompagnato da canti e suoni, il gioco viene diretto dal berimbau, tipico strumento della capoeira, seguito dagli altri strumenti a percussione come abataque, pandeiro, agogão, dalla voce del maestro e dal coro.
•Dopo una prima fase musicale introduttiva, ad un cenno del berimbau i due capoeristi che stanno per entrare nella roda si stringono le mani in segno di rispetto e amicizia, il che ricorda che si tratta di un gioco e danno inizio al confronto.
•All’interno della roda i “giocatori” lottano senza toccarsi in un contrasto di sincronismo di movimenti.
•Lo scopo non è fare del male all’avversario o bloccarlo aterr. Nella capoeira non c’è contatto.
•L’obiettivo è arrivargli vicino per fargli capire che, volendo, lo si potrebbe colpire, ma si lascia perdere.
•Mosse d’attacco, difesa,”maliziose” contro mosse, gesti d’intimidazione e acrobazie.
•Sempre con il sorriso sulle labbra in un clima di grande divertimento.

Il BerimbaoIl Berimbao è lo strumento principale che accompagna la capoeira………







Perchè la capoeira per i bambini

La scelta della capoeira per i bambini della scuola elementare è legata alla natura stessa di questa disciplina, coerente con gli obiettivi didattico-educativi in primo luogo dello “stare bene a scuola”.
Inoltre
Questa esperienza considera l’intreccio continuo tra i linguaggi corporei e sonori (vanno verso)…..per lo sviluppo della psicomotricità.
I bambini
•apprenderanno i movimenti principali e il linguaggio della capoeira,
•saranno impegnati nella costruzione di oggetti sonori e nella produzione di tracce ritmiche e canti che accompagneranno la danza.
In questo modo i bambini potranno scegliere liberamente se sperimentarsi nella danza, fare da supporto musicale o impegnarsi in entrambe le attività.

Obiettivi

•Sviluppare il senso di appartenenza del gruppo
•Condividere regole
•Coordinare i movimenti del proprio corpo
•Produrre linguaggio sonoro
•Costruire semplici strumenti musicali
•Conoscere altre culture

•La capoeira è un gioco, è un divertimento accompagnato da musiche e canti di un'altra cultura ancema è anche il luogo del confronto e del rispetto.
Capoeira
… è danza e allegria, è lotta e poesia,
… è spettacolo sublime,
… è difesa personale, è una filosofia di vita,
… è un ritmo strale, è interscambio culturale,
… è folclore e movimento in armonia

domenica 19 luglio 2009

Natale di Roma


Progetto Natale di Roma

Il progetto educativo Natale di Roma, realizzato con i bambini di seconda elementare, si inserisce all’interno della programmazione didattica di storia, approfondendo il tema del Mito.
In occasione del 26 Aprile, data in cui si colloca la nascita di Roma, il mito di Enea è stato preso come pretesto per la realizzazione di un lavoro più ampio e interdisciplinare. Attraverso un laboratorio teatrale dal tema “Mito e viaggio” i bambini si sono impegnati anche in attività di espressività corporea e creazione di costumi e oggetti di scena. Questo percorso ha portato alla realizzazione di due diversi progetti:
Il libro “In viaggio” e Il fotoromanzo ”Enea e la fondazione di Roma” .
“In viaggio” è una raccolta di Fiabe illustrate e scritte dai bambini che , sul tema comune del viaggio, hanno lavorato singolarmente, a coppie o in gruppo. Dieci tavole illustrate introducono il personaggio mitologico di Enea e il suo viaggio alla ricerca di una nuova patria.


Il fotoromanzo “Enea e la fondazione di Roma", interpretato dai bambini, ripercorre i momenti salienti del mito di Enea: la guerra tra Troiani e Greci, la fuga da Troia, gli incontri durante il suo viaggio, lo sbarco sulle coste del Lazio, la nascita di Romolo e Remo, la fondazione di Roma.Il lavoro unisce materiale fotografico, illustrazioni e testi esplicativi.