Il Sunet è una festa tradizionale Macedone e della religione Musulmana. Si festeggiano i bambini maschi, in occasione della circoncisione.
In genere avviene in estate( quando molti bimbi emigrati ritornano in Macedonia per le vacanze estive) e prima di diventare maggiorenni. Metaforicamente segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Il bambino viene festeggiato da tutta la comunità. Sul capo ha una “shamila”, un copricapo su cui vengono esposti i soldi che il bambino riceve per la sua festa. Poi viene fatto salire su un cavallo. Il bimbo sfila per le vie del paese accompagnato dai suoi zii e da un corteo di soli uomini. Tamburi e fiati, risuonano per le strade del paese. Durante questa festa si verificano diversi riti; si fanno le abluzioni (ci si lava, in segno di purificazione) e si sacrifica un toro.
Questa festa può durare anche diversi giorni. A sera si balla tutti insieme l’ “oro”,un ballo tradizionale che si fa in cerchio, prendendosi per mano. Ci sono anche degli uomini che si travestono da mostri per giocare con i bambini e con le loro paure.
Makedonsko Devojce [Macedonia] song lyrics
Makedonsko devojce,
Kitka sarena,
Vo gradina nabrana,
Dar podarena.
Chorus:
Dali ima novoj beli svet,
Poubavo devojce od makedonce?
Nema nema neke se rodi,
Poubavo devojce od makedonce!
Nema dzvezdi po-licni,
Od tvoj'te oci,
Da se noke na nebo,
Den ke razdeni.
Chorus:
Koga kosi razpletis,
Kako koprina,
Licna si i policna,
Od samovila.
Chorus:
Koga pesna zapee,
Slavej nadpee,
Koga ora zaigra,
Srce razigra.
Chorus:
Translation
Macedonian girl,
Many-colored bouquet,
Gathered in the garden,
Given as a gift.
Is there in this wide world,
More beautiful girl than Macedonian?
There isn't, there isn't, there won't be born,
More beautiful girl than Macedonian!
There are no stars more beautiful,
Than your eyes,
They light up the night sky,
As if it was dawn.
When you undo your hair,
Like silk,
You are lovely,
Lovelier than a fairy.
When you sing a song,
You outsing the nightingale,
When you start to dance,
Your heart dances.
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Intercultura e rispetto Ambientale
Venerdi 17 marzo noi della terza elementare di Introdacqua siamo andati ad Anversa per partecipare alla premiazione del Concorso “Una Fiaba sotto il mogio”. Bisognava presentare una fiaba sul tema del rispetto ambientale. La nostra classe ha scritto una fiaba sull’elemento acqua dal titolo I bambini di Zirodracqua. Il nome del paese è stato creato mettendo insieme alcune parti dei nomi dei paesi da cui proveniamo e in cui risiediamo.
Žirovnica il paese macedone, Drãguşeni, il paese rumeno e Introdacqua, il paese in cui viviamo.
La favola parla di un paese immaginario, bellissimo in cui i suoi piccoli abitanti, provenienti da tante parti del mondo, la salvano dall’incuria e insensibilità degli uomini, i “grandi”. In questa storia abbiamo voluto parlare sia di inquinamento ma anche di diversità, punto di partenza per creare un mondo diverso e più bello. Forse è per questo che la favola è piaciuta tanto, aggiudicandosi il primo premio nella sezione 1°, 2° e 3°elementare. La nostra felicità è stata enorme e il ricordo di questa giornata resterà sempre con noi.
I Bambini di Zirodracqua[1]
C’era una volta una bambina che si chiamava Linda. Abitava in un paese bellissimo .
Molta gente era giunta lì da diverse parti del mondo perché era un posto speciale, uno dei pochi paradisi incontaminati, ancora rimasti al mondo.
Anche Linda era una bambina speciale, perché amava così tanto gli animali che riusciva a comunicare con loro. Amava vivere all’aperto , a contatto con la natura e spesso si recava nel bosco, in riva al fiume dove i suoi amici animali l’attendevano e dove lei trascorreva la maggior parte del suo tempo libero.
Un giorno d’estate mentre si stava rinfrescando nel fiume, bevendo un po’ di quell’acqua fresca e pulita, sentì prima un rumore provenire dal fiume e in seguito notò una macchia nera che si dirigeva verso di lei, diventando sempre più grande. Questa macchia portava con se anche bottiglie di plastica, gomme d’auto, lattine, rifiuti di ogni genere. La bambina capì subito che quella macchia avrebbe ucciso i suoi amici pesci, così li aiutò a mettersi in salvo. Ma , man mano che portava i pesci in una pozza d’acqua pulita, capiva anche che da sola non ce l’avrebbe fatta.
Di li a poco arrivarono i suoi amici bambini che, non vedendola arrivare in piazza per la solita ora, si recarono nel bosco per cercarla. La trovarono tutta sporca di una sostanza densa, puzzolente e appiccicosa, mentre cercava di mettere in salvo i suoi amici pesciolini. Allora tutti i bimbi insieme a Linda cercarono di arrestare questa macchia che ormai stava straripando dal fiume e iniziando a sommergere anche il bosco e i suoi abitanti. I bambini iniziarono a mettere in salvo gli animali ma la macchia avanzava e rischiava di sommergere gli stessi bambini.
I genitori di tutti quei bimbi, notando la loro assenza nel paese, iniziarono a cercarli, e si recarono anche loro nel bosco. Arrivati sul luogo, videro davanti a loro uno spettacolo spaventoso. L’intera comunità assisteva impotente alla distruzione di quell’ultimo pezzo di terra puro. Quella comunità che tanto aveva aspirato a quel posto non era riuscita a salvare questo ultimo pezzo di terra puro…Erano questi i pensieri che passavano nella mente di quegli adulti.
Ma all’improvviso avvenne qualcosa di sorprendente, di magico. Tutto si fermò la macchia e gli adulti si fermarono, il vento smise di soffiare, il fiume si fermò, tutta la terra si fermò e tutti gli uomini della terra. Tutto pareva incantato. Restavano in movimento e vivi, i bambini, sporchi di quella macchia ricevuta da altri, dai “grandi”.
Restavano attivi e risuonavano per tutto il bosco, i pensieri degli adulti che si erano trasformati in voci, in un coro assordante che ripeteva…”questa era l’unica terra che avevamo, l’avremmo dovuta salvare!”
I bambini sorpresi da quello che stava accadendo, sentirono che anche dentro di loro avveniva qualcosa di straordinario. Una grande energia li spinse in un’ affannosa ricerca dell’ultimo elemento incontaminato della terra. Riunirono sotto ad un ultimo grande faggio incontaminato un’ultima mela, un’ultima foglia, un’ultima piuma, un’ultima goccia d’acqua, un ultimo fiore, un ultima zolla di terra e un ultima farfalla. Mescolarono questi ingredienti di un mondo che un tempo fu pulito e pronunciarono una formula magica : cistèine, cistèine, mudereśte Terrà! [2]
Dissero poi alla farfalla di cospargere la terra di questa polvere magica. La farfalla volò più in alto che poté e iniziò a cospargere la terra di questa polvere magica. Così che, tra il brusio dei pensieri degli adulti, quel luogo come per incanto tornò a rivivere e ad essere nuovamente pulito e a poco a poco tutta la terra fu ripulita da questa magia.
Anche gli adulti si risvegliarono e quei minuti in cui loro rimasero incantati, servirono a cancellare le loro macchie, a dimenticare le cattive azioni che avevano commesso in anni e anni di inquinamento sconsiderato, a ricordare e avere sempre in mente che l’unica Terra che avevano era quella e la dovevano amare.
Quel posto fu ribattezzato Zirodracqua e in questo nome vi si potevano trovare i nomi delle tante provenienze di quei piccoli abitanti.
Fu Così che la terra fu salvata dai bambini di Zirodracqua.
[1] Il nome del paese è stato creato mettendo insieme alcune parti dei nomi dei paesi da cui provengono e risiedono i bambini.
Zirovniza è il paese macedone da cui proviene la maggior parte dei bambini
Draguseni, il paese rumeno da cui provengono altri tre bambini
Introdacqua, il paese in cui vivono tutti
[2] La formula magica è stata inventata mettendo tre parole di diversa origine linguistica: Macedone, Rumeno e Italiano;incontro tra le provenienze di questi bambini e il paese in cui vivono.
Il significato della formula magica è: Pulire, pulire, sporca Terra!
Cistèine in macedone significa pulire
Mudereśte in rumeno significa sporco